venerdì 30 ottobre 2009

CAPO XI

Giovanni manda dalla stia prigione dite discepoli a Cristo. Risposta di Cristo. Elogio di Giovanni. Riprende la durezza degli Ebrei, e la ostinazione delle Città, che avevano veduti tanti miracoli. Confessione di Cristo al Padre. Del giogo soave.

1. Gesù avendo finito di dar questi insegnamenti a' suoi dodici discepoli, partì da quel luogo per andar a insegnare, e predicare nelle loro Città. 2. Ma avendo Giovanni udito nella prigione le opere di Gesù Cristo, mandò due de' suoi discepoli 3. A dirgli: se' tu quegli, che se' per venire, ovvero si ha da aspettare un altro? 4. E Gesù rispose loro: andate, e riferite a Giovanni quel, che avete udito, e veduto. 5. I ciechi veggono, gli zoppi camminano, i leprosi sono mondati, i sordi odono, e i morti risorgono, si annunzia a' poveri il Vangelo. 6. E' beato chi non prenderà in me motivo di scandalo. 7. Ma quando quelli furono partiti, cominciò Gesù a parlare di Giovanni.alle turbe: cosa siete voi andati a vedere nel deserto? uno canna sbattuta dal vento? 8. Ma pure, che siete voi andati a vedere? un uomo vestito delicatamente? Ecco, che coloro, che vestono delicatamente, stanno nei palazzi dei Re. 9. Ma pure cosa siete andati a vedere? un profeta? sì, vi dico io, anche più che profeta, 10. Imperocché questi è colui, del quale sta scritto: ecco, che io spedisco innanzi a te il mio Angelo, il quale preparerà la tua strada davanti a te. 11. In verità io vi dico, che tra quanti sono nati di donna, non è venuto alla luce chi sia maggiore di Giovanni Battista, ma il più piccolo nel regno de' cieli è maggiore di lui. 12. Or dal tempo di Giovanni Battista insin adesso il regno de' cieli si acquista colla forza, ed è preda di coloro, che usano violenza. 13. Imperocché tutti i profeti, e la legge hanno profetato fino a Giovanni, 14. E se voi volete capirla, egli è quell'Elia, che doveva venire. 15. Chi ha orecchio da intendere, intenda. 16. Ma a che cosa dirò io, che sia simile questa razza d'uomini? Ella è simile a que' ragazzi, che stanno a sedere nella piazza, e alzan la voce verso de' loro compagni. 17. E dicono: abbiamo suonato, e voi non avete ballato; abbiamo cantato canzoni lugubri, e non avete dato segno di dolore. 18. Imperocché è venuto Giovanni, che non mangiava, né beveva, e dicono: egli è indemoniato. 19. E' venuto il figliuolo dell'uomo, che mangia, e beve, e dicono: ecco un mangiatore, e un bevone amico de' pubblicani, e de' peccatori: ma la Sapienza è stata giustificata da' suoi figliuoli. 20. Allora egli cominciò a rinfacciare alle Città, nelle quali erano stati fatti da lui molti miracoli, che non avessero fatto penitenza. 21. Guai a te, o Corozzain, guai a te, o Betzaida, perché se in Tiro, e Sidone fossero stati fatti que' miracoli, che presso di voi sono stati fatti, già da gran tempo avrebber fatto penitenza nella cenere, e nel ciliccio. 22. Per questo io vi dico, che Tiro, e Sidone saranno men rigorosamente di voi trattale nel di del giudizio. 23. E tu, Capharnaum, ti alzerai tu fino al cielo? tu sarai depressa sino all'inferno, perché se in Sodoma fossero stati fatti i miracoli, che sono stati fatti presso di te, Sodoma forse sussisterebbe al dì d'oggi. 24. Perciò io ti dico, che la terra di Sodoma sarà men rigorosamente di te trattata nel dì del giudizio. 28. Allora prese Gesù a dire: io ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo, e della terra, perché hai tenute occulte queste cose ai saggi, e prudenti, e le hai rivelate ai piccolini. 26. Cosi è, o Padre, perché così a te piacque. 27. Tutte quante le cose sono state a me date dal Padre mio, e nissuno conosce il figliuolo fuori del Padre, e nissuno conosce il Padre fuori del figliuolo, e fuor di colui, cui avrà voluto il figliuolo farlo conoscere. 28. Venite da me tutti voi, che siete affaticati, e aggravati, e io vi ristorerò. 29. Prendete sopra di voi il mio giogo, e imparate da me, che son mansueto, ed umile di cuore, e troverete riposo all'anime vostre. 30. Imperocché soave è il mio giogo, e leggiero il mio peso.


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