sabato 31 ottobre 2009

CAPO XII

Della osservanza del Sabato. Dell'uomo, che aveva la mano inaridita. I farisei macchinano la morte di Cristo. Guarigioni miracolose. Dell'indemoniato cieco, e mutalo. I Farisei convinti di bestemmia. Peccato contro lo Spirito Santo. Del segno di Giona. Madre, e fratelli di Cristo chi siano.

1. In quel tempo Gesù passava in giorno di sabato per un campo di grano, e i suoi discepoli avendo fame si misero a cogliere delle spighe, e a mangiare. 2. Visto ciò i Farisei dissero a lui: guarda, come i tuoi discepoli fanno ciò, che non è lecito di fare in giorno di sabato. 3. Ma egli disse loro: non avete voi letto quello, che fece Davidde trovandosi preso dalla fame egli, e que', ch'eran con lui: 4. Come egli entrò nella casa di Dio, e mangiò i pani della proposizione, de' quali non era lecito a lui, nè a quei che erano con lui, di cibarsi, ma a' soli Sacerdoti? 5. O non avete voi letto nella legge, che ne' giorni di sabato i Sacerdoti nel tempio rompono il sabato, e son senza colpa? 6. Or io vi fo sapere, che v'ha qui uno più grande del tempio: 7. Che se voi sapeste cosa vuol dire: amo la misericordia, e non il sacrifìzio, non avreste mai condannato degl'innocenti. 8. Imperocché il figliuolo dell'uomo è padrone anche del sabato. 9. Ed essendo partito di li, andò alla loro sinagoga. 10. Ed eccoti un uomo, che aveva una mano arida, e l'interrogarono dicendo: è egli lecito di render la sanità in giorno di sabato? affine di accusarlo. 11. Ma egli rispose loro: chi sarà tra voi, che avendo una pecora, se questa venga a cadere in giorno di sabato nella fossa, non la pigli, e la cavi fuora? 12. Ma quanto è da più un uomo d'una pecora? È adunque lecito di far benefizj in giorno di sabato. 13. Allora disse a quell'uomo: stendi la tua mano, ed egli la stese, e fu renduta sana come l'altra. 14. Ma i Farisei usciti di li tennero consiglio contro di lui dal modo di levarlo dal mondo. 15. Ma Gesù sapendolo si ritirò di li, e lo seguirono molti, a'quali tutti restituì la salute. 16. E comandò loro severamente, che non lo manifestassero. 17. Affinché si adempiesse, quanto era stato detto dal profeta Isaia, che dice: 18. Ecco il mio servo eletto da me, il mio diletto, nel quale si è molto compiaciuta l'anima mia. Porrò sopra di lui il mio spirito, ed egli annunzierà la giustizia alle nazioni. 19. Non litigherà, né griderà, né sarà udita da alcuno nelle piazze la voce di lui. 20. Egli non romperà la canna fessa, e non ammorzerà il lucignolo che fuma, sin a tanto che faccia trionfare il giudizio. 21. E nel nome di lui spereranno le genti. 22. Allora gli fu presentato un indemoniato cieco, e muto, e lo sanò in guisa, che parlava, e vedeva. 23. E tutte le turbe uscivano fuori di se, e dicevano: è egli forse questo il figliuolo di David? 24. Ma i Farisei udito questo dissero: costui non caccia i demonj se non per opera di Beelzebub principe de' demonj. 25. Gesù però conosciuti i lor pensieri disse loro: qualunque Regno diviso in contrarj partiti sarà devastato; e qualunque città, o famiglia divisa in contrarj partiti non sussisterà. 26. Ma se satana discaccia satana, egli è in discordia con se medesimo: come dunque sussisterà il Regno di lui? 27. E se io caccio i demonj per opera di Beelzebub, per opera di chi li cacciano i vostri figliuoli? Per questo essi saran vostri giudici. 28. Che se per mezzo dello spirito di Dio io caccio i demonj, è adunque certo, che è giunto a voi il Regno di Dio. 29. Conciossiachè come può uno entrare in casa d'un campione, e rubargli i suoi arnesi, se prima non lega il campione per poi saccheggiargli la casa? 30. Chi non è meco, è contro di me, e chi non raccoglie meco, disperge. 31. Per questo io vi dico, che qualunque peccato, e qualunque bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata. 32. E a chiunque avrà sparlato contro il figliuolo dell'uomo, gli sarà perdonato, ma a chiunque avrà sparlalo contro lo Spirito Santo, non sarà perdonatone in questo secolo, né nel futuro 33. O date per buono l'albero, e per buono il suo frutto, o date per cattivo l'albero, e per cattivo il suo frutto; imperocché dal frutto si riconosce la pianta. 34. Razza di vipere: come potete parlar bene, voi, che siete cattivi? imperciocché dalla pienezza del cuore parla la bocca. 35. L'uomo dabbene da un buon tesoro cava fuora del bene , il cattivo uomo da un cattivo tesoro cava fuori del male. 36. Or io vi fo sapere, che di qualunque parola oziosa, che avran detto gli uomini, ne renderan conto nel di del giudizio. 37. Imperocché le tue parole ti giustificheranno, e le tue parole ti condanneranno. 38. Allora gli replicarono alcuni degli Scribi, e de' Farisei dicendo: Maestro, desideriamo di vedere qualche tuo miracolo. 89. Ma egli rispose loro: questa generazione cattiva, e adultera va cercando un prodigio, e nessun prodigio le sarà conceduto, fuorichè quello di Giona profeta. 40. Imperocché siccome Giona stette per tre giorni, e per tre notti nel ventre della balena, così starà il figliuolo dell'uomo per tre giorni, e tre notti nel seno della terra. 41. Gli uomini di Ninive insorgeranno nel di del giudizio contro di questa nazione, e la condanneranno, perché essi fecero penitenza alla predicazione di Giona; ed ecco qui uno, che è da più di Giona. 42. La Regina del mezzogiorno insorgerà nel di del giudizio contro questa razza d'uomini, e la condannerà, perché venne dall'estremità della terra a udire la sapienza di Salomone; ed ecco qui uno, che è da più di Salomone. 43. Quando lo spirito impuro è uscito d'un uomo, se ne va per luoghi asciutti cercando riposo, e non lo trova. 44. Allora dice: ritornerò nella mia casa, dalla quale sono uscito, e giuntovi la trova vuota,e spazzata, e apparecchiata. 45. Allora va,e prende altri sette spiriti peggiori di lui, e vi entrano ad abitarla, e l'ultimo stato di quest'uomo diventa peggiore del primo; cosi succederà anche a questa stirpe perversa. 46. Mentre egli continuava a parlare alle turbe, ecco che la madre e i fratelli di lui si trattenevano di fuori, desiderando di parlargli. 47. E alcuno gli disse: tua madre, e i tuoi fratelli sono fuori, e cercano di te. 47. Ma egli rispose a chi gli parlava: chi è la mia madre, e chi sono i miei fratelli? 49. E stesa la mano inverso de' suoi discepoli: questi, disse, sono la madre, e i fratelli, che io ho. 5o. Imperocché chiunque fa la volontà del Padre mio, che è ne' Cieli, quegli è mio fratello, e sorella, e madre.


venerdì 30 ottobre 2009

CAPO XI

Giovanni manda dalla stia prigione dite discepoli a Cristo. Risposta di Cristo. Elogio di Giovanni. Riprende la durezza degli Ebrei, e la ostinazione delle Città, che avevano veduti tanti miracoli. Confessione di Cristo al Padre. Del giogo soave.

1. Gesù avendo finito di dar questi insegnamenti a' suoi dodici discepoli, partì da quel luogo per andar a insegnare, e predicare nelle loro Città. 2. Ma avendo Giovanni udito nella prigione le opere di Gesù Cristo, mandò due de' suoi discepoli 3. A dirgli: se' tu quegli, che se' per venire, ovvero si ha da aspettare un altro? 4. E Gesù rispose loro: andate, e riferite a Giovanni quel, che avete udito, e veduto. 5. I ciechi veggono, gli zoppi camminano, i leprosi sono mondati, i sordi odono, e i morti risorgono, si annunzia a' poveri il Vangelo. 6. E' beato chi non prenderà in me motivo di scandalo. 7. Ma quando quelli furono partiti, cominciò Gesù a parlare di Giovanni.alle turbe: cosa siete voi andati a vedere nel deserto? uno canna sbattuta dal vento? 8. Ma pure, che siete voi andati a vedere? un uomo vestito delicatamente? Ecco, che coloro, che vestono delicatamente, stanno nei palazzi dei Re. 9. Ma pure cosa siete andati a vedere? un profeta? sì, vi dico io, anche più che profeta, 10. Imperocché questi è colui, del quale sta scritto: ecco, che io spedisco innanzi a te il mio Angelo, il quale preparerà la tua strada davanti a te. 11. In verità io vi dico, che tra quanti sono nati di donna, non è venuto alla luce chi sia maggiore di Giovanni Battista, ma il più piccolo nel regno de' cieli è maggiore di lui. 12. Or dal tempo di Giovanni Battista insin adesso il regno de' cieli si acquista colla forza, ed è preda di coloro, che usano violenza. 13. Imperocché tutti i profeti, e la legge hanno profetato fino a Giovanni, 14. E se voi volete capirla, egli è quell'Elia, che doveva venire. 15. Chi ha orecchio da intendere, intenda. 16. Ma a che cosa dirò io, che sia simile questa razza d'uomini? Ella è simile a que' ragazzi, che stanno a sedere nella piazza, e alzan la voce verso de' loro compagni. 17. E dicono: abbiamo suonato, e voi non avete ballato; abbiamo cantato canzoni lugubri, e non avete dato segno di dolore. 18. Imperocché è venuto Giovanni, che non mangiava, né beveva, e dicono: egli è indemoniato. 19. E' venuto il figliuolo dell'uomo, che mangia, e beve, e dicono: ecco un mangiatore, e un bevone amico de' pubblicani, e de' peccatori: ma la Sapienza è stata giustificata da' suoi figliuoli. 20. Allora egli cominciò a rinfacciare alle Città, nelle quali erano stati fatti da lui molti miracoli, che non avessero fatto penitenza. 21. Guai a te, o Corozzain, guai a te, o Betzaida, perché se in Tiro, e Sidone fossero stati fatti que' miracoli, che presso di voi sono stati fatti, già da gran tempo avrebber fatto penitenza nella cenere, e nel ciliccio. 22. Per questo io vi dico, che Tiro, e Sidone saranno men rigorosamente di voi trattale nel di del giudizio. 23. E tu, Capharnaum, ti alzerai tu fino al cielo? tu sarai depressa sino all'inferno, perché se in Sodoma fossero stati fatti i miracoli, che sono stati fatti presso di te, Sodoma forse sussisterebbe al dì d'oggi. 24. Perciò io ti dico, che la terra di Sodoma sarà men rigorosamente di te trattata nel dì del giudizio. 28. Allora prese Gesù a dire: io ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo, e della terra, perché hai tenute occulte queste cose ai saggi, e prudenti, e le hai rivelate ai piccolini. 26. Cosi è, o Padre, perché così a te piacque. 27. Tutte quante le cose sono state a me date dal Padre mio, e nissuno conosce il figliuolo fuori del Padre, e nissuno conosce il Padre fuori del figliuolo, e fuor di colui, cui avrà voluto il figliuolo farlo conoscere. 28. Venite da me tutti voi, che siete affaticati, e aggravati, e io vi ristorerò. 29. Prendete sopra di voi il mio giogo, e imparate da me, che son mansueto, ed umile di cuore, e troverete riposo all'anime vostre. 30. Imperocché soave è il mio giogo, e leggiero il mio peso.


mercoledì 28 ottobre 2009

CAPO X

Missione de' dodeci Apostoli. Avvertimenti dati loro da Cristo. Egli non è venuto per recare la pace, ma la guerra. Come si dee confessarlo dinanzi agli uomini; del portar la croce di Cristo. É fatto a lui quello, che si fa ad alcuno per amore di lui.

1. E chiamati a se i dodici suoi discepoli diede loro potestà sopra gli spiriti impuri, affinchè gli scacciassero, e di curare tutti i languori, e tutte le malattie. 2. Or i nomi dei dodici Apostoli sono questi: il primo, Simone chiamato Pietro, e Andrea suo fratello. 3. Giacomo figliuolo di Zebedeo, e Gioanni suo fratello, Filippo, e Bartolommeo, Tommaso, e Matteo il pubblicano, Giacomo d'Alfeo, e Taddeo. 4. Simone Cananeo, e Giuda Iscariote, il quale anche lo tradì, 5. Questi dodici Gesù gli spedì, ordinando loro, e dicendo: non anderete tra i Gentili, e non entrerete nelle Città de' Samaritani. 6. Ma andate piuttosto alle pecorelle perdute della Casa dì Israello. 7. E andando annunziate, e dite: il regno de' Cieli è vicino. 8. Rendete la sanità a' malati, risuscitate i morti, mondate i leprosi, cacciate i demonj; date gratuitamente quello, che gratuitamente avete ricevuto. 9. Non, vogliale avere né oro, né argento, né portar danaro nelle vostre borse; 10. Né bisacce per viaggio, né due vesti, né scarpe, né bastone; imperocché merita l'operajo il suo sostentamento. 11. E in qualunque Città, o Castello entrerete, informatevi, chi in essa sia degno, e da lui fermatevi, sino a che ve n'andiate. 12. All'entrar poi nella casa salutatelo con dire: pace sia a questa casa. 13. E se pur quella casa ne sarà degna, verrà sopra di lei la vostra pace; se poi non è degna, la vostra pace tornerà a voi. 14. E se alcuno non vi riceverà, né ascolterà le vostre parole, uscendo fuora da quella casa, oda quella Cittàs cuotete la polvere da' vostri piedi. 15. In verità io vi dico, sarà meno punita nel di del giudizio Sodoma, e Gomorra, che quella Città. 16. Ecco, che io vi mando come pecore in mezzo a' lupi. Siate adunque prudenti come i serpenti, e semplici come le colombe. 17. Guardatevi però dagli uomini, perché vi furan comparire nelle loro adunanze, e vi frusteranno nelle loro Sinagoghe. 18. E sarete condotti per causa mia dinanzi ai Presidenti, ed ai Re, come testimonj contro di essi e contro le nazioni. 19. Ma quando sarete posti nelle lor mani, non vi mettete in pena del che, o del come1'abbiate a parlare; imperocché vi sarà dato in quel ponto quello, che abbiate da dire. 20. Imperocché non siete voi, che parlate, ma lo Spirito del Padre vostro è quegli, che parla in voi. 21. Or il fratello darà il fratello alla morte, e il padre (darà) il figlio, e si leverain su i figliuoli contro de' genitori, e gli metteranno a morte. 22. E sarete in odio a tutti per causa del nome mio ; ma chi persevererà sino alla fine, si salverà. 23. Ma allor quando vi perseguiteranno in questa Città, fuggite a un'altra: in verità io vi dico, non avrete finito di scorrere le Città d'Israele, prima che venga il figliuolo dell'uomo. 24. Non v'ha discepolo da più del Maestro, né servo da più del suo padrone. 25. Basti al discepolo di essere come il Maestro; e al servo di essere come il padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padron di casa, quanto più i suoi domestici? 26. Non abbiate adunque paura di loro; imperocché nulla vi è di nascosto, che non sia per essere rilevato, e niente d'occulto, che non s'abbia a sapere. 27. Dite nn pieno giorno quello, che io vi dico all'oscuro, e predicate su i tetti quel che vi è stato detto in un orecchio. 28. E non temete coloro, che uccidono il corpo, e non possono uccider l'anima; ma temete piuttosto colui, che può mandar in perdizione e l'anima, e '1 corpo all' inferno. 29. Non è egli vero, che due passerotti si vendono un quattrino, e un solo di questi non cascherà per terra senza del Padre vostro? 30. Ma fino i capelli del vostro capo sono stati contati. 31. Non temete adunque: voi sorpassate di pregio un gran numero di passerotti. 32. Chiunque pertanto mi confesserà dinanzi agli uomini, anch'io lo confesserò dinanzi al Padre mio, che è ne' Cieli. 33. E chiunque mi rinnegherà dinanzi agli uomini, lo rinnegherò anch'io dinanzi al Padre mio, che è ne' Cieli. 34. Non vi pensate, che io sia venuto a metter la pace sopra la terra: non son venuto a metter pace, ma guerra. 35. Imperocché son venuto a dividere il figlio dal padre, e la figlia dalla madre, e la nuora dalla suocera. 36. E i nemici dell'uomo sono la gente di sua casa. 37. Chi ama suo padre, o sua madre più di me, non è degno di me; e chi ama il figlio, o la figlia più di me, non è degno di me. 38. E chi non prende la sua croce, e mi segue, non è degno di me. 39. Chi tien conto della sua vita, la perderà, e chi avrà perduto la vita per amor mio, la troverà. 40. Chi riceve voi, riceve me, e chi mi riceve, riceve colui, che mi ha mandato. 41. Chi riceve un profeta come profeta, riceverà la mercede del Profeta; e chi riceverà un giusto a titolo di giusto, avrà la mercede del giusto. 42. E chiunque avrà dato da bere un sol bicchiere d'acqua fresca a uno di questi più piccoli, come a discepolo, iu verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.


domenica 25 ottobre 2009

CAPO IX


Risana un paralitico. Mormorazioni degli Scribi. Vocazione di Matteo pubblicano. Mormorazioni de' Farisei. Libera una donna dal flusso di sangue; e rende la vita ad una fanciulla, e la vista a due ciechi. Del demoniaco mutalo sanato, e di altri miracoli. Della messe e degli operaj.




1. E montato in una piccola barca ripassò il lago, e andò nella sua Città. 2. Quando ecco gli presentarono un paralitico giacente nel letto, e vista Gesù la loro fede, disse al paralitico: figliuolo, confida, ti son perdonati i tuoi peccati. 3. Subito alcuni degli Scribi dissero dentro di se: costui bestemmia. 4. E avendo Gesù veduti i loro pensieri, disse: perché pensate voi male in cuor vostro? 5. Che è più facile di dire: ti sono perdonati i tuoi peccati: o di dire: sorgi, e cammina? 6. Or affinché voi sappiate, che il figliuol dell'uomo ha la potestà sopra la terra di rimettere i peccati: sorgi, disse egli al paralitico, piglia il tuo letto e vattene a casa tua. 7. Ed egli si rizzò, e andossene a casa sua. 8. Ciò vedendo le turbe si intimorirono, e glorificarono Dio, che tanta potestà diede agli uomini. 9. E partitosi Gesù di là, vide un uomo, che stava a sedere al banco, di nome Matteo, e gli disse: sieguimi. Ed egli alzatosi lo seguitò. 10. Ed essendo egli a tavola nella casa, ecco, che venutivi molti pubblicani, e peccatori, si misero a tavola con Gesù, e co' suoi discepoli. 11. Il che avendo veduto i Farisei, dicevano a' suoi discepoli: perché mai il vostro Maestro mangia coi pubblicani, e coi peccatori ? 12. Ma Gesù avendo ciò udito, disse loro: non hanno bisogno del medico i sani, ma gli ammalati. 13. Andate adunque, ed imparate quel che sia: io amo meglio la misericordia, che il sagrifizio; imperocché non son venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. 14. Allora si portaron da lui i discepoli di Giovanni, e gli dissero: per qual motivo noi, e i Farisei digiuniamo frequentemente, e i tuoi discepoli non digiunano? 15. E Gesù disse loro: possono forse i compagni dello sposo esser in lutto, fintantoché lo sposo è con essi? ma verrà il tempo, che sarà loro tolto lo sposo, e allora digiuneranno. 16. Nissuno attacca un pezzo di panno nuovo a un vestito usato; imperocché quella sua giunta porta via qualche cosa al vestito, e la rottura si fa peggiore. 17. Né mettono il vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri, e si versa il vino, e gli otri vanno in malora; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi, e l'uno, e gli altri conservansi. 18. In quello, che egli diceva loro queste cose, ecco che uno de' principali se gli accostò, e lo adorava , dicendo: Signore, or ora la mia figliuola è morta; ma vieni, imponi la tua mano sopra di essa, e viverà. 19. E Gesù alzatosi gli andò dietro coi suoi discepoli. 20. Quand'ecco una donna, la quale da dodici anni pativa una perdita di sangue, se gli accostò per di dietro, e toccò il lembo della sua veste. 21. Imperocché diceva dentro di se: soltanto che io tocchi la sua veste, sarò guarita. 22. Ma Gesù rivoltosi, e miratala le disse: sta di buon animo, o figlia, la tua fede ti ha salvata, e da quel punto la donna fu liberata. 23. Ed essendo Gesù arrivato alla casa di quel principale, ed avendo veduto i trombetti, e una turba di gente, che faceva molto strepito, diceva: 24. Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme, ed essi si burlavano di lui. 25. Quando poi fu messa fuori la gente, egli entrò, e la prese per mano, e la fanciulla si alzò. 26. E se ne divolgò la fama per tutto quel paese. 27. E quindi partendo Gesù, due ciechi lo seguitarono gridando, e dicendo: figliuolo di David, abbi pietà di noi. 28. Quando poi egli fu arrivato alla casa, i ciechi se gli presentarono, e Gesù disse loro: credete voi, che io vi posso far questo? gli dicono: sì Signore. 29. Allora toccò loro gli occhi, dicendo: siavi fatto secondo la vostra fede. 30. E aprironsi i loro occhi; e Gesù gli minacciò, dicendo: badate, che nessuno lo sappia. 31. Ma quegli essendosene andati sparsero la fama di lui per tutto quel paese. 32. Partiti questi, gli presentarono un mutolo indemoniato, 33. E cacciato il demonio, il mutolo parlò, e ne restarono maravigliate le turbe, le quali dicevano: mai si è veduta cosa tale in Israele. 34 Ma i Farisei dicevano: Egli caccia i demonj per mezzo del Principe de' demonj. 35. E Gesù andava girando per tutte le città e castelli, insegnando nelle loro sinagoghe, e predicando il Vangelo del regno, e sanando tutti i languori, e tutte le malattie. 36. E vedendo quelle turbe n'ebbe compassione, perché erano mal condotte, e giacevano come pecore senza pastore. 37. Allora disse a' suoi discepoli: la messe è veramente copiosa, ma gli operai sono pochi. 38. Preegate adunque il padron della messe, ohe mandi fuori operai alla sua messe.


giovedì 22 ottobre 2009

CAPO VIII

Guarigione del lebbroso; del figliuolo del Centurione, e della suocera di Pietro, e di altri. Rigetta uno Scriba, che volea seguitarlo; e ordina ad un altro, che lo segua senza dimora. La navicella è in pericolo, ma Cristo acquieta la tempesta. Liberazione de' due demoniaci nel paese de' Geraseni.

1. E sceso ch'egli fu dal monte, lo seguirono molte turbe. 2. Quand'ecco un lebbroso accostatosegli lo adorava, dicendo : Signore, se vuoi, puoi mondarmi. 3. E Gesù stesa la mano lo toccò, dicendo: lo voglio , sei mondato, e subito fu mondato dalla sua lebbra. 4. E Gesù gli disse: guardati di dirlo a nessuno, ma va a mostrarti al Sacerdote, e offerisci il dono prescritto da Mosè in testimonianza per essi. 5. Ed entrato che fu in Capharnaum, andò a trovarlo un Centurione, raccomandandosegli, 6. E dicendo: Signore, il mio servo giace in letto malato di paralisìa, nella mia casa, ed è malamente tormentato. 7. E Gesù gli disse: io verrò, e lo guarirò. 8. Ma il Centurione rispondendo disse: Signore, io non son degno, che voi entriate sotto il mio tetto, ma dite solo una parola, e il mio servo sarà guarito. 9. Imperocché io sono un uomo subordinato ad altri, ed ho sotto di me dei soldati, e dico a uno: va, ed egli va; e all'altro: vieni, ed egli viene; e al mio servitore: fa la tal cosa, ed ei la fa. 10. Gesù udite queste parole ne restò ammirato, e disse a coloro, che lo seguivano: in verità io vi dico, che non ho trovato fede sì grande in Israello. 11. Ed io vi dico, che molti verranno dall'Oriente, e dall'Occidente, e riposeranno con Abramo, e Isacco, e Giacobhe nel regno de' cieli. 12. Ma i figliuoli del regno saranno gittati nelle tenebre esteriori, ivi sarà pianto, e stridore di denti. 13. Allora Gesù disse al Centurione: va, e ti sia fatto conforme hai creduto, e nello stesso momento il servo fu guarito. 14. Ed essendo anelato Gesù a casa di Pietro vide la suocera di lui giacente colla febbre: 15 E toccolle la mano, e la febbre se ne andò, ed ella si alzò, e serviva ad essi. 16. Venuta poi la sera gli presentarono molti indemoniati, ed egli cacciava colla parola gli spiriti, e sanò tutti i malati. 17. Affinché si adempisse quello, che fu detto da Isaia Profeta, il quale dice: Egli ha prese le nostre infermità, e ha portato i nostri malori. 18. Vedendo poi Gesù una gran turba intorno a se, dette ordine per passare all'altra riva. 19. E accostatosegli uno Scriba, gli disse: Maestro, io ti terrò dietro, dovunque anderai. 20. E Gesù gli disse : le volpi hanno le loro tane, e gli uccelli dell'aria i loro nidi, ma il figliuolo dell'uomo non ha dove posare la lesta. 21. E un altro de' suoi discepoli gli disse: Signore, dammi prima licenza di andare a seppellire mio padre. 22. Ma Gesù gli disse: sieguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti. 20. Ed essendo montato nella barca, lo seguirono i suoi discepoli, 24. Quand'ecco una gran tempesta si sollevò nel mare talmente, che la barca era coperta dall'onde, ed egli dormiva. 25. E accostatisi a lui i suoi discepoli, lo svegliarono dicendogli: Signore, salvaci, ci perdiamo. 26. E Gesù disse loro: perché temete, o uomini di poca fede? Allora rizzatosi comandò ai venti,e al mare, e si fe' gran bonaccia. 27. Onde la gente ne restò stupefatta, e dicevano: chi è costui, a cui ubbidiscono i venti, ed il mare? 28. Ed essendo egli sbarcato al di là del lago nel paese de' Geraseni, gli vennero incontro due indemoniati, che uscivano dalle sepolture, ed erano tanto furiosi, che nissuno poteva passare per quella strada. 29. E si misero tosto a gridare: che abbiamo noi che fare con teco, o Gesù figliuolo di Dio? Sei tu venuto qui avanti tempo per tormentarci? 30. Ed eravi non lungi da essi un gregge di molti porci, che pascolava. 31. Or i Demonj lo pregavano, dicendo: se ci cacci di qui, mandaci in quel gregge di porci. 32. Ed egli disse loro: andate; e quegli essendo usciti, entrarono ne' porci, e immediatamente tutto il gregge con grand' impeto si precipitò nel mare, e peri nell'acqua. 33. E i pastori si fuggirono, e andati in Città, raccontarono tutte queste cose, e il fatto di quegli, che erano stati posseduti dai Demonj. 34. E subitamente tutta la Città usci incontro a Gesù, e vedutolo lo pregarono di ritirarsi da' loro confini.


martedì 20 ottobre 2009

CAPO VII

De' cattivi giudizj; del non dare a' cani le cose sante; dell'efficacia dell'orazione; fare agli altri quel, che vogliamo sia fatto a noi. Alla vita si entra per la porta stretta. Come si distinguono i falsi profeti da' veri, e il buon arbore dal cattivo. Similitudine dell'uomo, che edifica, con quello, che ascolta Cristo.

1. Non giudicate, affin di non essere giudicati. 2. Imperocché a tenore del vostro giudicare, sarete giudicati, e sarà rimisurato a voi con quella misura, colla quale misurate. 3. E perché badi tu a una pagliuzza, che è nell'occhio di tuo fratello, e non fai riflesso alla trave, che hai nell'occhio tuo? 4 Ovvero come dirai al tuo fratello: lascia, ch'io ti cavi dall'occhio il filo di paglia, mentre hai tu una trave nell'occhio tuo? 5. Ippocrita, cavati prima la trave dall'occhio, e allora guarderai di levare il filo di paglia dall'occhio del tuo fratello. 6. Non vogliate dare le cose sante ai cani, e non buttate le vostre perle agli immondi animali, perché non accada, che le pestino coi loro piedi, e si rivoltino a sbranarvi. 7. Chiedete, è otterrete, cercate,e troverete, picchiate, e saravvi aperto. 8. Imperocché chiunque chiede, riceve, e chi cerca trova, e sarà aperto a colui che picchia. 9. E chi mai è tra voi, che chiedendogli il suo figliuolo del pane gli porga un sasso? 10. E se gli domanderà un pesce, gli darà egli una serpe? 11. Se adunque voi, cattivi come siete, sapete dare dei beni, che vi sono dati a' vostri figliuoli, quanto più il padre vostro, che è ne' cieli, concederà il bene a coloro, che glielo domandano? 12. Fate dunque agli uomini tutto quello, che volete, che facciano a voi ; imperocché in questo sta la Iegge, e i Profeti. 13. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta, e spaziosa la via, che conduce alla perdizione, e molti sono quei che entrano per essa. 14. Quanto angusta è la porta, e stretta la via, che conduce alla vita : e quanto pochi son quei, che la trovano! 15. Guardatevi da' falsi Profeti, che vengono da voi vestiti da pecore, ma al di dentro son lupi rapaci. 16. Li riconoscerete da' loro o frutti: si coglie forse uva dalle spine, o fichi da' triboli? 17. Così ogni buon albero porta buoni frutti, e ogni albero cattivo fa frutti cattivi. 18. Non può un buon albero far frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. 19. Qualunque pianta, che non porti buon frutto, si taglia, e si getta nel fuoco. 20. Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro. 21. Non tutti quelli, che a me dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno de' cieli, ma colui, che fa la volontà del Padre mio, che è ne' cicli, questi entrerà nel regno de' cieli. 22. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetato nel nome tuo, e non abbiam noi nel nome tuo cacciato i Demonj, e non abbiamo noi nel nome tuo fatto molti miracoli? 23. Ed allora io protesterò ad essi; non vi ho mai conosciuti, ritiratevi da me tutti voi, che commettete l'iniquità. 24. Chiunque pertanto ascolta queste mie parole, e le mette in pratica, sarà paragonato all'uomo saggio, che fondò la sua casa sul sasso. 25. E cadde la pioggia, e i fiumi inondarono, e soffiarono i venti, e imperversarono contro quella casa, ma ella non andò giù, perché era fondata sul sasso. 26. Chiunque ascolta queste mie parole, e non le pratica, sarà simile all'uomo stolto, che edificò la sua casa sopra l'arena. 27. E cadde la pioggia, e inondarono i fiumi, e soffiarono i venti, e imperversarono contro quella casa, ed ella andò giù, e fu grande la sua rovina. 28. Or avendo Gesù terminato questi discorsi, le turbe si stupivano della sua dottrina. 21). Imperocché egli le istruiva, come avente autorità, e non come i loro Scribi, e Farisei.


mercoledì 14 ottobre 2009

CAPO VI

In qual maniera debba farsi la limonisa; orazione domenicale; del digiuno. Tesoreggiare non in terra, ma nel cielo ; dell'occhio mondo; del non servire a due padroni; del non affannarsi pel vitto, e vestito.

1. Badate di non fare le vostre buone opere alla presenza degli uomini col fine d'esser veduti da loro, altrimenti non ne sarete rimunerati dal Padre vostro, che è ne' cicli. 2. Quando adunque farai limosina, non suonar la tromba davanti a te, come fauno gli ipocriti nelle sinagoghe, e nelle piazze per essere onorati dagli uomini: vi dico in verità, che costoro hanno ricevuto la loro mercede. 3. Ma quando tu fai limosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra. 3. Dimodoché la tua limosina sia segreta, e il padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà egli la ricompensa. 5. E allorché orate, non fate come gl'ippocriti, i quali allettano di stare a orare nelle sinagoghe, e a' capi delle strade, affine di essere osservati dagli uomini; in verità io vi dico, che hanno ricevuto la loro ricompensa. 6. Ma tu quando fai orazione, entra nella tua camera, e chiusa la porta, prega in segreto il tuo Padre, e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne renderà la ricompensa. 7. Non vogliate nelle vostre orazioni usar molte parole, come i pagani; imperocché essi pensano d'essere esauditi, mediante il molto parlare. 8. Non siate adunque com'essi; imperocché il vostro Padre sa, prima che gliel'addimandiate, di quali cose abbiate bisogno. 9. Voi adunque orate così : Padre nostro, che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome, 10. Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come nel cielo, così anche in terra. 11. Dacci oggi il nostro pane per sostentamento , 12. E rimettici i nostri debiti, come noi li rimettiamo a chi ci è debitore; 13. E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male: così sia. 14- Imperocché se voi perdonerete agli uomini i loro mancamenti, il vostro Padre celeste vi perdonerà similmente i vostri peccati: 15. Ma se voi non perdonate agli uomini i loro mancamenti, nemmeno il Padre celeste perdonerà a voi i vostri. 16. Quando poi digiunate, non vogliate far i maninconici, come gì'ippocriti; imperocché questi sfigurano il proprio volto, affin di dare a conoscere agli uomini, che digiunano; in verità io vi dico,che han ricevuto la lor mercede. 17. Ma tu, quando digiuni, profumati la testa, e lavati la faccia. 18. Affinché il tuo digiuno sia noto non agli uomini, ma al tuo Padre celeste, il quale sta nel segreto, e il Padre tuo, il quale vede in segreto, te ne darà la ricompensa. 19. Non cercate di accumular tesori sopra la terra, dove la ruggine, e i vermi li consumano, e dove i ladri li dissotterrano, e li rubano. 20. Ma procurate di accumular de' tesori nel cielo, dove la ruggine, e i vermi non li consumano, e ove i ladri non li dissotterrano, né li rubano. 21. Imperciocché dove è il vostro tesoro, ivi è il vostro cuore. 22. La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio; se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà alluminato. 23. Ma se il tuo occhio è difettoso, tutto il tuo corpo sarà ottenebrato; se adunque la luce, che è in te, diventa tenebrosa, quanto grandi saranno le stesse tenebre? 24. Nissuno può servire due padroni; imperocché o odierà l'uno, ed amerà l'altro, o sarà affezionato al primo, e disprezzerà il secondo; non potete servire a Dio, ed alle ricchezze. 25. Per questo vi dico, non vi prendete affanno né del vostro sostentamento, né del come aver da mangiare, né del vostro corpo, onde aver da coprirvi. La vita non vale ella più dell'alimento, e il corpo più del vestito? 26. Gettate lo sguardo sopra gli uccelli dell'aria, i quali non seminano, né mietono, né empiono granaj, e il vostro Padre celeste li pasce. Non siete voi assai da più di essi? 27. Ma chi è di voi, che con tutto il suo pensare possa aggiuntare alla sua statura un cubito ? 28. E perché vi prendete pena pel vestito? pensate come crescono i giglj del campo; essi non lavorano, e non filano. 29. Or io vi dico, che nemmen Salomone con tutta la sua splendidezza fu mai vestito come uno di questi. 30. Se adunque in tal modo riveste Dio un'erba del campo, che oggi è, e domani vien gettata nel forno, quanto più voi gente di poca fede? 31. Non vogliate adunque angustiarvi dicendo: cosa mangeremo, o cosa berremo, o di che ci rivestiremo? 32. Imperocché tali sono le cure de'Gentili. Or il vostro Padre celeste sa, che di tutte queste cose avete bisogno. 33. Cercate adunque in primo luogo il regno di Dio, e la sua giustizia, ed avrete di sovrappiù tutte queste cose. 34. Non vogliate adunque mettervi in pena pel dì di domane; imperocché il dì di domane avrà pensiero per se: basta a ciascun giorno il suo affanno.


sabato 10 ottobre 2009

CAPO V



Delle otto beatitudini. Gli Apostoli sale della terra, e luce del mondo. Non è venuto Cristo per iscioglier la legge, ma per adempirla. Del non adirarsi contro il fratello; del non desiderare la donna altrui, del taglio del membro, che è cagione di scandalo; del non ripudiare la moglie ; del non giurare; del non resistere al male ; dell'amor de' nemici.



1. Gesù vista quella turba salì sopra un monte, ed essendosi egli posto a sedere, si accostarono a lui i suoi Discepoli. 2. E aperta la sua bocca gli ammaestrava, dicendo: 3. Beati i poveri di spirito perché di questi è il regno dei cieli. 4. Beati i mansueti, perché questi possederanno la terra. 5. Beati coloro, che piangono, perché saranno consolati. 6. Beati quelli, che hanno fame, e sete della giustizia, perché saranno satollati. 7. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8. Beati coloro, che hanno il cuor puro, perché vedranno Dio. 9. Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio. 10. Beati quei, che soffrono persecuzione per amore della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11. Voi siete beati, quando gli uomini vi malediranno, e vi perseguiteranno, e diranno di voi falsamente ogni male per causa mia. 12. Rallegratevi, ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa ne' cieli; imperocché così hanno perseguitato i Profeti, che sono stati prima di voi. 13. Voi siete il sale della terra; che se il sale diventa scipito, con che si salerà egli? Non è più buono a nulla, se non ad esser gettato via, e calpestato dalla gente. 14 Voi siete la luce del mondo. Non si può nascondere una città situata sopra di un monte. 15. Né accendono la lucerna, e la mettono sotto il moggio, ma sopra il candeliere, affinché faccia lume a tutta la gente di casa. 16. Così risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere, e glorifichino il vostro Padre, che è ne' cieli. 17. Non vi date a credere, che io sia venuto per isciogliere la legge, o i profeti; non son venuto per scioglierla, ma per adempirla. 18. Imperocché in verità vi dico, che se non passa il cielo, e la terra, non iscatterà un jota, o un punto solo della legge, sino a tanto che tutto sia adempito. 19. Chiunque pertanto violerà uno di questi comandamenti minimi, e così insegnerà agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno de' cieli; ma colui, che avrà e operato, e insegnato, questi sarà tenuto grande nel regno de' cieli. 20. Imperocché io vi dico, che se la vostra giustizia non sarà più abbondante, che quella degli Scribi, e de' Farisei, non entrerete nel regno de' cieli. 21. Avete sentito, che è stato detto agli antichi: non ammazzare, e chiunque avrà ammazzato, sarà reo in giudizio. 22. Ma io vi dico, che chiunque si adirerà contro del suo fratello, sarà reo in giudizio, e chi avrà detto al suo fratello raca, sarà reo nel consesso; e chi gli avrà detto stolto, sarà reo del fuoco dell'inferno. 23. Se adunque tu stai per fare 1'offerta all'altare, ed ivi ti viene alla memoria, che il tuo fratello ha qualche cosa contro di te: 24. Posa lì la tua offerta davanti l'altare, e va a riconciliarti prima col tuo fratello, e poi ritorna a fare la tua offerta. 25. Accordati presto col tuo avversario, mentre sei con lui per istrada, affinchè per disgrazia il tuo avversario non ti ponga in mano del giudice, e il giudice in mano del ministro, e tu venga cacciato in prigione. 26. Ti dico in verità: non uscirai di li prima d'aver pagato sino all'ultimo picciolo. 27. Avete sentito, che fu detto agli antichi: non fare adulterio. 28. Ma io vi dico, che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso in cuor suo adulterio con essa. 29. Che se il tuo occhio destro ti scandalizza, cavalo, e gettalo da te; imperocché è meglio per te, che perisca uno de' tuoi membri, che essere buttato tutto il tuo corpo nell'inferno. 30. E se la tua mano destra ti scandalizza, troncala, e gettala lungi da te; imperocché è meglio per te, che perisca uno de' tuoi membri, che andare tutto il tuo corpo nell'inferno. 31. È stato pur detto: chiunque rimanda la propria moglie, le dia il libello del repudio. 32. Ma io vi dico, che chiunque rimanda la sua moglie, eccetto per ragion di adulterio, la fa divenire adultera, e chi sposa la donna ripudiata commette adulterio. 33. Similmente avete udito, che è stato detto agli antichi: non violare il giuramento, ma rendi al Signore quanto hai giurato. 34. Ma io vi dico di non giurare in modo alcuno, né pel ciclo, perché è il trono di Dio: 35. Né per la terra, perché è lo sgabello de' piedi di lui, né per Gerusalemme, perché ella è la città del gran Re : 36. Né giurerai per la tua testa, attesoché tu non puoi far bianco, o nero uno de' tuoi capelli. 37. Ma sia il vostro parlare: così è, così è; non è così; non è cosi, non è così; imperocché il di più è un male. 38. Avete udito, che è stato detto: occhio per occhio, e dente per dente. 39. Ma io vi dico di non istare a tu per tu col cattivo; ma a chi ti percuoterà nella destra guancia, presenta anche l'altra. 40. E a colui, che vuol muoverti lite, e toglierti la tua tonaca, cedigli anche il mantello. 41. E se uno ti strascinerà a correre per un miglio, va con esso anche altre due miglia. 42. Dà chiunque ti chiede, e non rivolger la faccia da chi vuol chiederti in prestito qualche cosa. 43. Avete udito che fu detto: amerai il prossimo tuo, odierai il tuo nemico. 44. Ma io vi dico: amate i vostri nemici, fate del bene a coloro, che vi odiano, e orate per coloro, che vi perseguitano, e vi calunniano. 45. Affinché siate figli del padre vostro, che è ne' cieli, il quale fa, che levisi il suo sole sopra i buoni, e sopra i cattivi, e manda la pioggia pe' giusti, e per gl'iniqui. 46. Imperocché, se amerete coloro, che vi amano, che premio avrete voi? non fanno eglino altrettanto anche i pubblicani? 47. E se saluterete solo i vostri fratelli, cosa fate di più (degli altri?) non fann'eglino altrettanto i Gentili? 48. Siate adunque voi perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è ne' cicli.

mercoledì 7 ottobre 2009

CAPO IV


Cristo nel deserto dopo il digiuno di quaranta giorni supera le tentazioni del Diavolo, ed essendo catturato Giovanni si ritira a Capharnaum, e predica la penitenza: chiama a se Pietro, e Andrea, Giacomo, e Giovanni di Zebedeo, e annunziando il Vangelo anche a' Galilei, cura diverse infermità.  


1. Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal Diavolo. 2. E avendo digiunato quaranta giorni, e quaranta notti, finalmente gli venne fame. 3. E accostatosegli il tentatore, disse: Se tu sei figliuolo di Dio, di', che queste pietre diventino panni. 4. Ma egli rispondendo disse: sta scritto : l'uomo non vive di solo pane, ma di qualunque parola, che esca dalla bocca di Dio. 5. Allora il Diavolo lo menò nella Città Santa, e poselo sulla sommità del tempio, 6. E gli disse: se tu sei figliuolo di Dio gettati giù; imperocché sta scritto, che ha commesso a' suoi Angeli la cura di te, ed essi ti porteranno sulle mani, affinché non inciampi talvolta col tuo piede nella pietra, 7. Gesù gli disse: sta anche scritto: non tenterai il Signore Dio tuo. 8. Di nuovo il Diavolo lo menò sopra un monte elevato, e fecegli vedere tutti i regni del mondo, e la loro magnificenza. 9. E gli disse: tutto questo io ti darò, se prostrato mi adorerai. 10. Allora Gesù gli disse : vattene Satana: imperocché sta scritto: adora il Signore Dio tuo, e servi lui solo. 11. Allora il Diavolo lo lasciò, ed ecco, che se gli accostarono gli Angeli, e lo servivano. 12. Gesù poi avendo sentito, come Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò nella Galilea. 13. E lasciata la Città di Nazaret andò ad abitare in Capharnaum, città marittima ai confini di Zabulon, e Nephtalim; 14. Affinché si adempisse quello, che era stato detto da Isaia profeta, 15. la terra di Zabulon, e la terra di Nephtalim strada al mare di là del Giordano, la Galilea delle nazioni. 16. Il Popolo, che camminava nelle tenebre, ha veduto una gran luce, e la luce si è levata per coloro, che giacevano nella regione, e nella oscurità della morte. 17. Da lì in poi cominciò Gesù a predicare, e a dire: fate penitenza; imperocché il regno de' Cieli è vicino. 18. E camminando Gesù lungo il mare di Galilea, vide due fratelli Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano in mare la rete (imperocché erano pescatori). 19. E disse loro: venite dietro a me, e vi farò pescatori di uomini. 20. Ed essi subito abbandonate le reti, lo seguirono. 21. E di lì andando innanzi vide due altri fratelli, Giacomo di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, in una barca insieme con Zebedeo loro padre, che rassettavano le loro reti, e li chiamò. 22. Ed essi subito abbandonate le reti, e il padre, lo seguirono. 23. E Gesù andava girando per tutta la Galilea insegnando nelle lor Sinagoghe, e predicando il Vangelo del Regno, e sanando tutti i languori, e le malattie del popolo. 24. E si sparse la fama di lui per tutta la Siria, e gli presentarono tutti quelli, che erano indisposti, e afflitti da diversi mali, e dolori, e gl'indemoniati, e i lunatici, e i paralitici, ed ei li risanò. 28. E lo seguì una gran turba dalla Galilea, dalla Decapoli, da Gerusalemme, dalla Giudea, e dal paese di là del Giordano.

martedì 6 ottobre 2009

CAPO III


Giovanni Battista (di cui descrivesi l'austera vita) predica nel deserto la penitenza, secondo la predizione, e radunandosi da lui il popolo riprende i Farisei, ed i Sadducei esortandogli a fare frutti degni di penitenza, e mostrando la differenza, che v'ha tra'l suo battesimo, e quello di Cristo. Sopra di Cristo battezzato da Giovanni discende lo Spirito Santo, e si udì dal Cielo la voce dal Padre.


1. In questo tempo venne Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea. 2. Dicendo: fate penitenza, perché il regno de' Cieli è vicino. 3. Imperocché questi è l'uomo, di cui parlò Isaia Profeta, che disse: la voce di colui, che grida nel deserto: preparate la via del Signore, appianate i sentieri di lui. 4. Or lo stesso Giovanni aveva una veste di peli di Camelo, cuna cintola di cuojo ai fianchi, e il suo cibo erano le locuste, e il miele selvatico. 5. Allora andava a lui Gerusalemme, e tutta la Giudea, e tutto il paese d'intorno al Giordano. 6. Ed erano battezzati da lui nel Giordano confessando i loro peccati. 7. Ma avendo egli veduto molti Farisei, e Sadducei, che venivano al suo Battesimo, disse loro: razza di vipere, chi vi ha insegnato a fuggire dall'ira futura? 8. Fate adunque frutti degni di penitenza. 9. E non vogliate dire dentro di voi: abbiamo Abramo per padre; imperocché io vi dico, che può Dio da queste pietre suscitar de' figliuoli ad Abramo. 10. Imperocché la scure sta già alla radice degli alberi. Qualunque albero adunque, che non fa buon frutto, sarà tagliato, e gettato nel fuoco. 11. Quanto a me io vi battezzo con acqua, per la penitenza; ma quegli, che verrà dopo di me, è più potente di me, di cui non son io degno di portare i sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo, e col fuoco. 12. Egli ha la sua pala nella sua mano, e purgherà affatto la sua aja , e ragunerà il suo frumento nel granajo; ma brugerà le paglie con fuoco inestinguibile. 13. Allora arrivò Gesù dalla Galilea al Giordano da Giovanni per esser da lui battezzato. 14. Ma Giovanni se gli opponeva dicendo: io ho bisogno d'esser battezzato da te, e tu vieni a me? 15. Ma Gesù gli rispose dicendo: lasciami fare per ora; imperocché così ci conviene adempire tutta la giustizia. Allora lo lasciò (fare). 16. Gesù battezzato usci tosto dell'acqua, ed ecco che si aprirono (a quello) i Cicli, e vide lo Spirito di Dio scendere quasi colomba, e venire sopra di lui. 17. Ed ecco una voce dal Cielo, che disse: questi è il diletto mio Figlio, nel quale io mi sono compiaciuto.

lunedì 5 ottobre 2009

CAPO II


Come i Magi arrivaron a Betleem e offersero a Cristo i doni. Crudeltà di Erode contro i bambini; esilio di Cristo in Egitto, e suo ritorno nella terra d'Israele. 


1. Essendo adunque nato Gesù in Betleem di Giuda, regnante il Re Erode, ecco che i Magi arrivarono dall'Oriente a Gerusalemme. 2. Dicendo: dove è nato il Re de' Giudei? imperocché abbiam veduto la sua stella nell'Oriente, e siamo venuti per adorarlo. 3. Sentite il Re Erode tali cose si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. 4- E adunati tutti i Principi de' Sacerdoti, e gli Scribi del Popolo, domandò loro, dove fosse per nascere il Cristo. 5. Essi gli risposero: in Betlemme di Giuda; imperocché cosi è stato scritto dal Profeta. 6. E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i capi di Giuda, poiché da te uscirà il Condottiere, che reggerà Israele mio Popolo. 7. Allora Erode chiamati segretamente a se i Magi, minutamente s'informò da loro, in qual tempo fosse lor comparsa la stella. 8. E mandandogli a Betlemme, disse: andate, e ricercate esatte notizie di questo fanciullo, e quando l'abbiate trovato, fatemelo sapere, affinché ancor io vada ad adorarlo. 9. Quegli udite le parole del Re si partirono, ed ecco, che la stella veduta da loro in Oriente andava loro davanti, fintantoché arrivata sopra del luogo, ove stava il Bambino, fermossi. 10. Veduta la stella si riempirono di sovragrande allegrezza. 11. Ed entrati nella casa trovarono il Bambino con Maria sua Madre, e prostratisi l'adorarono, e aperti i loro tesori gli offerirono i doni, oro, incenso, e mirra. 12. Ed essendo stati in sogno avvertiti di non ripassar da Erode, per altra strada se ne ritornarono al loro paese. 13. Partiti che furon essi, l'Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, e gli disse: levati, prendi il Bambino, e la sua madre, e fuggi in Egitto, e fermati colà fintantoché io t'avviserò; imperocché Erode cercherà del bambino per farlo morire. 14. Ed ei svegliatosi prese il Bambino, e la Madre di notte tempo, e si ritirò in Egitto. 15. Ed ivi si stette sino alla morte d'Erode, affinché si adempisse quanto era stato detto dal Signore pel Profeta, che dice: ho richiamato il mio figliuolo dall'Egitto. 16. Allora Erode vedendosi burlato da' Magi s'adirò fortemente, e mandò ad uccidere tutti i fanciulli, che erano in Betlemme, e in tutti i suoi confini, dall'età di due anni in giù, secondo il tempo, che avea rilevato da' Magi. 17. Allora si adempì quanto fu predetto dal Profeta Geremìa, che dice: 18. Una voce si è udita in Rama gran pianti, ed urli: Rachele piangente i suoi figli, né volle ammetter consolazione perché più non sono. 19. Morto Erode, ecco che l'Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto; 20. E gli disse: svegliati, prendi il fanciullo, e la madre di lui, e va nella terra d'Israele; imperocché sono morti coloro, che cercavano la vita del Bambino. 21. Ed egli svegliatosi prese il Bambino, e la Madre, e andò nella terra d' Israele. 32. Ma avendo sentito, che Archelao regnava nella Giudea in luogo di Erode suo padre, temè d'andare colà, e avvertito in sogno si ritirò in Galilea. 23. Dove giunto abitò nella città chiamata Nazaret, affinché si adempisse quello, ch'era stato predetto dai Profeti: Ei sarà chiamato Nazareno.


domenica 4 ottobre 2009

CAPO PRIMO



Genealogia di Cristo secondo la carne. L'Angiolo rivelò a Giuseppe, in qual modo la Vergine avesse conceputo. Nascita di Cristo.




1. Libro della generazione di Gesù Cristo figliuolo di David, figliuolo di Abramo. 2. Abramo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda, e i suoi fratelli. 3. Giuda ebbe di Tamar Phares e Zara; Phares generò Esron; Esron generò Aram. 4 Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon. 5. Salmon ebbe di Raab Booz; Booz ebbe di Ruth Obed; Obed generò Jesse, e Jesse generò David Re. 6. David Re ebbe Salomone di quella, che era stata (moglie) d'Uria. 7. Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa. 8. Asa generò Giosafatte; Giosafatte generò Joram; Joram generò Ozia. 9. Ozia generò Gioatam; Gioatam generò Achaz; e Achaz generò Ezechia. 10. Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia. 11. Giosia generò Gieconia, e i suoi Fratelli imminente la trasmigrazione in Babilonia. 12. E dopo la trasmigrazione di Babilonia Gieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabel. 13. Zorobabel generò Abiud; Abiud generò Eliacim; Eliacim generò Azor. 14. Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud. 15. Eliud generò Eleazar; Eleazar generò Matan; Matan generò Giacobbe. 16. Giacobbe generò Giuseppe Sposo di Maria, della quale nacque Gesù chiamato il Cristo. 17 Da Abramo dunque sino a Davidde sono in tutto quattordici generazioni; da Davidde sino alla trasmigrazione di Babilonia quattordici generazioni; e dalla trasmigrazione di Babilonia sino a Cristo quattordici generazioni. 18. La nascita di Gesù Cristo fu in questo modo. Essendo stata la madre di lui Maria sposata a Giuseppe, si scoperse gravida di Spirito Santo prima che andassero a stare insieme. 19. Or Giuseppe marito di lei essendo uomo giusto, e non volendo esporla all'infamia, prese consiglio di segretamente rimandarla. 20. Ma nel tempo, che egli stava in questo pensiero, un Angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo : Giuseppe, figliuolo di Davidde, non temere di prendere Maria tua consorte; imperocché ciò, che in essa è stato conceputo, è dallo Spirito Santo. 21. Ella partorirà un figliuolo, cui tu porrai nome Gesù; imperocché ei sarà, che libererà il suo popolo da' suoi peccati. 22. Tutto questo seguì, affinché si adempisse, quanto era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta, che dice : 23. Ecco che la Vergine sarà gravida, e partorirà un figliuolo, e lo chiameranno per nome Emmanuele, che interpretato significa, Dio con noi. 24 Risvegliatosi adunque Giuseppe dal sonno, fece come ordinato gli avea l'Angelo del Signore, e prese con seco la sua Consorte. 25. Ed egli non la conosceva sino a quando partorì il suo figliuolo primogenito, e chiamollo per nome Gesù.



L'uomo non vive di solo pane

Beati i poveri di spirito

Beati i mansueti