mercoledì 18 novembre 2009

CAPO XVIII

Dell'umiltà. Dello scandalo de' piccoli. Della correzione fraterna. Parabola della pecorella smarrita. Potestà di sciogliere e. di legare data agli Apostoli. Del perdonare le offese. Parabola del servo debitore de' dieci mila talenti.


1. Nel tempo stesso si appressarono a Gesù i sani discepoli, e gli dissero: chi è più grande nel Regno de' cieli? 2. E Gesù chiamato a se un fanciullo, lo pose in mezzo di essi. 3. E disse: in verità vi dico, che, se non vi convertirete, e non diventerete come fanciulli, non entrerete nel Regno de' cieli. 4. Chiunque pertanto si farà piccolo, come questo fanciullo, quegli sarà il più grande nel Regno de' cieli. 5 E chiunque accoglierà nel nome mio un fanciullo come questo, accoglie me stesso. 6. Chi poi scandalizzerà alcuno di questi piccolini, che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da asino, e che fosse sommerso nel profando del mare. 7. Guai al mondo per causa degli scandali: imperocchè necessaria cosa è, che sianvi degli scandali, ma guai all'uomo, por colpa del quale viene lo scandalo. 8. Che se la tua mano, o il tuo piede ti serve di scandalo, troncali, e gettali via da te. È meglio per te di giugnere alla vita con un piede, o una mano di meno, che con tutte due le mani, e con tutti due i piedi esser gettato nel fuoco eterno. 9. E se l'occhio tuo ti serve di scandalo, cavatelo, e gettalo via da te. È meglio per te l'entrar nella vita con un sol occhio, che con due ocelli esser gettato nel fuoco dell'inferno. 10. Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccoli: conciossiachè io vi fo sapere, che i loro Angioli ne' cieli vedono perpetuamente il volto del Padre mio, che è ne' cieli. 11. Imperocché il Figliuolo dell'uomo è venuto a salvare quel, che si era perduto, 12. Che ve ne pare? se un uomo ha cento pecore, e una di queste si smarrisce, non abbandona egli le altre novantanove, e sen va per i monti, in cerca di quella, che si è smarrita? 13. E se gli venga fatto di ritrovarla, in verità vi dico, che più si rallegra di questa, che delle novantanove, che non si erano smarrite. 14. Così non è volere del padre vostro, che è ne' cieli, che un solo perisca di questi piccoli. 15. Che se il tuo fratello abbia commesso mancamento contro di te, va, e correggilo tra te, e lui solo. Se egli ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. 16. Se poi non ti ascolta, prendi ancora teco una, o due persone, affinché col detto di due, o tre testimone si stabilisca tutto l'affare. 17. Che so non farà caso di essi, fallo sapere alla chiesa, e se non ascolta nemmen la chiesa, abbilo come per gentile, e per pubblicano. 18. In verità vi dico, che tutto quello, che legherete sulla terra, sarà legato anche nei cielo, e tutto quello, che scioglierete su la terra, sarà sciolto anche nel cielo. 19. Vi dico ancora, che se due di voi si accorderanno sopra la terra a domandare qualsisia cosa, sarà loro concessa dal Padre mio, che è ne' cicli. 20. Imperocché dove sono due, o tre persone congregate nel nome mio, quivi son io in mezzo di esse. 21. Allora accostatosi a lui Pietro gli disse: Signore, fino a quante volte peccando il mio fratello contro di me gli perdonerò? fino a sette volte? 22. Gesù gli rispose: non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette volte. 23. Per questo il Regno de' cieli si assomiglia ad un Re, il quale volle fare i conti co' suoi servi. 24. E avendo principiato a riveder la ragione, gli fu presentato uno, che gli andava debitore di dieci mila talenti. 26. E non avendo costui il modo di pagare, comandò il padrone, che fosse venduto lui, e sua moglie, e i figliuoli, e quanto aveva, e si saldasse il debito. 26. Ma il servo prostrato lo supplicava con dire; abbi meco pazienza, e ti soddisfarò interamente. 27. Mosso il padrone a pietà di quel servo, lo liberò condonandogli il debito. 28. Ma partito di lì il servo trovò uno de' suoi conservi, che gli doveva cento danari, e presolo per la gola, lo strozzava dicendo: pagami quello, che devi. 29. E il conservo prostrato a' suoi piedi lo supplicava dicendo: abbi meco pazienza, e io ti soddisfarò interamente. 30. Ma quegli non volle, e andò a farlo mettere in prigione, fino a tanto che l'avesse soddisfatto. 31. Ma avendo gli altri conservi veduto tal fatto, grandemente se ne attristarono, e riferirono al padrone tutto quel, che era avvenuto. 32. Allora il padrone lo chiamò a se, e gli disse: servo iniquo, io ti ho condonato tutto quel debito, perché ti sei a me raccomandato; 33. Non dovevi adunque anche tu aver pietà d'un tuo conservo, come io ho avuto pietà di te? 34. E sdegnato il padrone lo dette in mano de' carnefici, per fino a tanto che avesse pagato tutto il debito. 35. Nella stessa guisa farà con voi il mio Padre celeste, se di cuore non perdonerete ciascheduno al proprio fratello.


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